Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

martedì 26 marzo 2013

Deliri antropomorfi




Tutti artisti e nessun fruitore. Una volta tutti raccontavano storie e poi c’era il cantastorie ufficiale, un cantastorie dei cantastorie.
Con la divisione del lavoro è nato l’artista.
Man mano che aumenta il numero degli artisti, si  può essere sicuri di trovarsi di fronte a una società in declino.

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Industriali di tutto il mondo, unitevi! Si tratta di distruggere alla radice l’ultimo baluardo di dignità di quegli straccioni che producono i vostri prodotti. Fateli produrre ancora più all’estero, all’estero dell’estero, per meno di quattro soldi. Poi compratevi voi stessi i vostri prodotti e ficcateveli su per il culo.
Inducete al coma diabetico strati sociali sempre più elevati di popolazione! Schiacciateli sotto il loro stesso peso che voi avrete contribuito ad alimentare. Fate che si divorino da soli! Fate straripare il pianeta di carni molli, puzzolenti, maleodoranti. La gente sa ancora leggere e scrivere, non va bene! Non deve più riuscire a compitare nemmeno una schedina del totocalcio. Devono essere ottusi sempre più, fino ad accasciarsi negli angoli delle strade.
Perché ci sia l’assoluta uguaglianza, la disuguaglianza deve trionfare! Quando ci saranno trilioni di schiavi in giro, i padroni saranno condotti alla rovina. Verranno schiacciati!
Tutto imploderà, rimarrà solo da tirare lo sciacquone.
Una volta che lo spettacolo è iniziato non ha senso rimpiangere quello che succedeva dietro le quinte. Devi recitare e poi sparire.

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Essere guardato così, perdio, ti ripaga di tutta una vita. Essere guardato così, come si guarda chi ti vuole trovare. Essere guardato così, come celebrare un appuntamento con il destino. Essere guardato così, è il senso della vita.

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Freddezza degli abissi. Cuore e piedi caldi.

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Tristi euforie. Ma in fondo vorresti solo tracimare e vedere quello che succede. Lasciare macerie sotto il sole, per provare un rimorso.
Solo smania di protagonismo? Non direi. Più che altro, le energie non utilizzate sono assai distruttive. La volontà di potenza frustrata diventa istinto di distruzione. È così semplice.
Per non finire male, basta non prendersi sul serio. Ma il dolore, quello, ha un’altra origine.
Ci si prende sul serio e non si deve. Allo stesso tempo il dolore devasta.
Hai un bel non prendere sul serio il dolore, quello ti devasta.
Al mondo ci sono troppe opinioni e soprattutto, troppa gente.
Questo sovraffollamento di gente e opinioni non può portare a nulla di buono.

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Echi della tua voce, dopo tutto questo tempo. Le tue gambe dai polpacci magri. Una voglia color caffè sul tuo avambraccio destro. Allegra per finta, volonterosamente superficiale. Occhi ridenti, capelli biondi a caschetto. La tipica donna che non avrebbe mai potuto essere mia. E infatti non lo sei stata.

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Pazzia clamorosa. Buttare per aria un continente.

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Un barlume di esitazione nei tuoi occhi, e, in quell’istante, mi arrivi da un’altra prospettiva. C’è un lato di te che ancora non si è mostrato, ma mi si mostra ora, una stanchezza arruffata, un imbarazzo adulto, sotto quell’aria da ragazzina. No, non sei esattamente giovane, ma proprio per questo sei ancora più desiderabile.

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Appuntamento con i tuoi occhi. Immancabile.




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