Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

mercoledì 10 luglio 2013

Abbozzo di una antropologia politicamente scorretta



(Avvertenza: il contenuto di questo post può dare luogo ad alcuni fraintendimenti. Avviso subito che qui destra, sinistra, sessismo o razzismo non hanno luogo. Si tratta di semplici considerazioni che potranno trovare consensi o essere rifiutate in blocco: per l'autore non c'è problema)

Si arriverà, inevitabilmente, all’approvazione delle cosiddette nozze gay. I tempi sono maturi ed è totalmente inutile cercare di opporsi. Non che, personalmente, avrei qualcosa da opporre al matrimonio gay. Avrei qualcosa da opporre al matrimonio in generale, ma questo è un altro discorso.
Tutto sta cambiando. Il futuro sarà camaleontico, tutto sarà “normale”.
Ma non si creda che questo aumento della libertà di espressioni di “genere”, corrisponda a un aumento effettivo della libertà in generale. Si tratta, sostanzialmente, soltanto di “riconfigurare” l’aspetto esteriore del cittadino consumatore, ampliarne bisogni, ridisegnare il mercato su questi nuovi bisogni, compreso il mercato delle adozioni di bambini, nuove nevrosi, nuovi complessi, e poi naturalmente, alcuni censi saranno favoriti rispetto ad altri.
L’uomo “nuovo” che si andrà configurando sarà in parte il proseguimento di quello di adesso: apparentemente aperto mentalmente, più per noncuranza che per vero rispetto, consumatore e turista finché ce n’è. Superficialmente informato, tecnologicamente equipaggiato, privo delle inquietudini del pensiero critico, pieno delle inquietudini generate dal vuoto di non avere pensiero critico, gaudente e annoiato nello stesso tempo, ospedalizzato e medicalizzato, assicurato e beneamato: chi può permetterselo, naturalmente.
Ho motivo di credere che le nozze gay verranno all’inizio celebrate tra professionisti o comunque persone di ceto e livello di istruzione medio alto. Saranno una minoranza privilegiata. Con il tempo il fenomeno si estenderà, tutti a caccia della pensione di reversibilità, finché sarà possibile riceverla.
Tutto ruoterà intorno alla idolatria del “bambino” e alla idolatria del “rapporto”.
Forse si ridisegnerà l’uomo del futuro: questi bambini non diverranno né troppo maschi né troppo femmine, se non per le pulsioni biologiche di origine genetica: un giusto mix ormonale che non dà fastidio a nessuno. 
La “nuova” famiglia sarà un semplice “stare insieme” senza gerarchie, o con gerarchie basate su nuovi fattori, con pochi doveri semplici: potrebbe anche non essere un male.
Cosa definirà, nel futuro, l’identità dell’individuo? Forse solo il tipo di lavoro.
Quando anche il lavoro sarà sempre più latitante cosa resterà? Il livello di censo.
Nella più povera società del futuro, che valore avrà essere etero o omosessuali? Nessuno.
In un’epoca in cui diverrà fatalmente fondamentale limitare le nascite, l’omosessualità potrebbe anzi essere  favorita. Saranno possibili intere comunità, più adatte, forse, alla sopravvivenza e alla cura dei bambini.
L’orientamento sessuale non sarà più determinante  per identificare un individuo. Già adesso non lo è.
In definitiva, la demolizione della supremazia eterosessuale, nel mondo occidentale, non comporterà particolari svantaggi alla società nel complesso.
I cambiamenti climatici e il futuro incerto verso cui andiamo incontro potrebbero addirittura favorire i comportamenti omosessuali. Sta già succedendo.
Andiamo verso una trasformazione dei ceti medio alti: diverranno sempre più meticci e omosessuali, faranno da cuscinetto verso la degradante miseria dei ceti bassi, disoccupati, poveri, immigrati di varie etnie, senza alcuna speranza, afflitti da ben più gravi problemi che quelli del genere, ma ancora in grado di alimentare rancori e rabbie razziste o sessiste.
I ceti alti, i veri padroni di tutto, faranno esattamente quello che vorranno. In altre parole, stiamo andando verso una élite sessualmente onnivora e meticcia, che regnerà su una massa informe di disperati e li terrà a bada con le armi feroci e spietate della democrazia.
Non sto esprimendo critiche. Non esprimo giudizi morali. Non so se nel 2100 il 58% degli umani sarà omosessuale o no. Difficile, finché esisterà l’Islam. Non so e non mi importa se entro il 2100 i biondi diverranno una specie protetta (può anche darsi che non succeda e anzi, i biondi andranno talmente di moda che il gene diverrà da recessivo a dominante).
Non ho attaccamenti nei confronti di razze o generi finora supposti come dominanti. I bianchi, per quanto mi riguarda, possono anche sparire totalmente nel futuro prossimo. Sempre per quanto mi riguarda la società può diventare matriarcale in tutto e per tutto, non sposta nulla nel campo dell'indagine.
Tutto cambia. Perché aggrapparsi a queste cose?
Quello che mi interessa è capire come si sta riconfigurando il Potere. Il Potere non ha razza né sesso, li possiede entrambi. Il Potere decide quale razza o assenza di razza, sesso o assenza di sesso, sopravvivrà.
Quello che è iniziato come movimento di liberazione di minoranze o razze o generi, ingiustamente oppressi, è diventato Potere che si muove e riconfigura la razza umana.
È diventato Potere, nella misura in cui favorisce e alimenta il mantenimento del Potere stesso. Il Potere ha tutto l’interesse nell’avere dalla sua parte minoranze oppresse, sì, ma fino a un certo punto. Minoranze trasversali, cui manca la vera minaccia: la povertà. Minoranze che non vogliono in nessun modo rovesciare il Potere costituito, ma farne parte, entrando dalla porta principale della “normalità”.
È normale tutto ciò che diventa lecito. E, guarda caso, si tende a non fare diventare lecito tutto ciò che potrebbe agire contro il Potere: tipo un inasprirsi dei conflitti sociali.
L’uomo, meticcio o no, omosessuale o no, è e rimane un essere forgiato dalla Volontà di Potenza. La Volontà di Potenza si configura come Collaborazione o Oppressione, secondo i momenti e le situazioni storiche. Le maiuscole sono retoriche, ma sono utili per capire che ci troviamo di fronte a forze extraindividuali.
È per questo che il cosiddetto “terrorismo islamico” è stato visto come una minaccia.
Il massiccio afflusso di immigrati di religione islamica è un vero e proprio argine per l’élite occidentale che si sta creando.
Ne vedremo delle belle. L’unico modo per assorbire l’islamismo è renderlo consumista.
È un’impresa ardua in un mondo chiuso in una feroce crisi globale.
Finché l’élite mantiene il possesso dei modi di produzione, per i movimenti migratori islamici non c’è possibilità di espandersi più di tanto. Ma attenzione: dalla loro parte hanno il numero.
Ne vedremo veramente delle belle. O delle brutte.
La demografia, in un mondo come quello islamico, ferocemente omofobo, gioca a loro vantaggio.
Uomo nuovo occidentale e Islam, da una parte, Cina e India dall’altra, se la giocano nel XXI secolo. Chiunque vinca, una cosa è sicura: l’essere umano della fine di questo secolo sarà molto diverso da quello che abbiamo conosciuto fin qui.

Tornando a oggi: è verissimo che i diritti gay non tolgono nulla ai diritti dei “normali”.
È curioso però, lo slancio con il quale i partiti cosiddetti di sinistra difendono i diritti delle cosiddette minoranze e la perenne esitazione nel tutelare le fasce più povere. È dunque evidente che queste minoranze non coincidono, o coincidono in piccola parte, con i veri emarginati, di cui, fondamentalmente, i partiti democratici se ne fottono.
I veri emarginati hanno poco a che vedere con le minoranze che si suppongano emarginate. Se, per qualche motivo omosessualità e povertà coincidessero, l’omosessualità verrebbe combattuta ferocemente, altro che tutela dei diritti. Verrebbe definita una perversione nata dalla miseria. Questo è un ragionamento al limite, ma racchiude una verità. Ci si concentra su alcune cose, per lasciarne perdere volutamente altre.
Questo è quello che si potrebbe definire un ragionamento di “destra”. Invece è solo una presa di coscienza della fenomenale ipocrisia di certa sinistra progressista, che getta benzina sul fuoco alimentando polemiche con i cosiddetti conservatori.
Personalmente trovo ridicoli quelli che tuonano contro i gay, almeno quanto i partecipanti ai gay pride: figure quasi ottocentesche, grottesche maschere di carnevale, sia gli uni che gli altri.
Gli uni si affannano per avere il diritto di sentirsi "normali", "naturali", quando la logica insegna che "normalità" e "natura" sono due cose distinte, gli altri si affannano a trattenere un senso dell'identità e della normalità che sembrava immutabile e invece era solamente storico.

Intanto la miseria di chi è in miseria si approfondisce. 
E la società viene modellata sui desideri delle élite. 

1 commento:

  1. Se il buon senso sociologico può aiutarci potremmo pronosticare che, laddove la società dei consumi regga ancora abbastanza da inglobare l'orbe intero, i musulmani finiranno per fare quello che hanno fatto i cristiani, a loro tempo altrettanto ostili e reazionari: ovvero mutarsi in consumatori. Basta vedere come si comportano le comunità islamiche in Australia, o in Germania. La sharia ha senso soltanto per società assediate, non per società unite sotto la grande bandiera del consumo. La religione, inglobata dalla tecnica del fare e del comprare, verrà ridotta a condotta intima, a spiritualità da salotto. I cinesi, da millenni abituati ad ogni tipo di Potere, non hanno faticato a mutarsi in Occidentali. I giapponesi, in questo, gli hanno preceduti. I musulmani, tempo permettendo, non faranno eccezione. In questo scenario la guerra non sarà uno scontro tra consumisti e tenaci conservatori, ma tra bande di etnie occidentalizzate alla ricerca di uno spazio che si va via via riducendo. Finalmente andranno a maturazione i germi di una conflagrazione globale, che forse non faremo in tempo a vedere.
    Risultato: tempi bui, una regressione temporale ed una anarchia generalizzata.
    Oppure: emersione di un mondo finalmente razionale, guidato da élite (non è mai stato diversamente, in fondo) come Huxley prediceva, dove lo schiavo è coccolato ed addomesticato a tal punto da amare la propria condizione e desiderarne la perpetuazione. Poco importa essere liberi, basta che non si soffra. La tecnica provvederà anche a questo.

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